2PM Italy~ Six beautiful days

[FANFIC]Promises., Infinite ff

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vivs ®
view post Posted on 11/4/2011, 20:52 by: vivs ®




Capitolo 2.

SPOILER (click to view)

“Signorina, vuole darmi il bagaglio?” il ragazzo alto e magro mi guarda con i suoi occhi neri sotto il ciuffo castano. Mi fa una certa pena dato che e' stato ingaggiato da mio padre per controllarmi durante il viaggio.
“No, grazie Hiroya ! Ce la faccio da sola..” un po' deluso dalla sua mancata gentilezza mi segue a passo leggero.
Percorriamo quasi tutto l'aeroporto di Incheon, in silenzio. Finalmente arriviamo all'uscita.
Il tempo e' favoloso: un cielo limpido splende sulla mia testa e l'aria calda mi coccola i capelli.
“Non e' una splendida giornata?!” mi giro verso Hiroya. La sua faccia era perplessa: avevo parlato in coreano e lui non mi aveva capito. Rido.
Una vettura nera con i vetri oscurati ci si ferma davanti, il finestrino scende veloce e spunta un uomo con smoking ed occhiali da sole.
“Signorina Park Jihye, salga...e' mio compito portarla a casa”
Non e' possibile! Mio padre ha anche ingaggiato un autista! Non ci credo... sono stufa.
Non sono una principessa e non voglio essere tratta come tale...e nemmeno un ricercato pericolo che dev'essere sempre tenuto sott'occhio.
“La ringrazio molto, Signore! Ma vorrei raggiungere casa di mia nonna da sola...”
“Ma suo padre ha espressamente...”
“Non m'importa...” cosi' dicendo prendo la valigia e comincio a camminare verso l'autobus che si e' fermato poco lontano, andava dritto a Seul.
Hiroya m'insegue e mi blocca per un braccio.
“Signorina...”
Lo strattono via. “Hiroya, non insistere...non siamo piu' in Giappone...mio padre e' lontano! E io sono finalmente libera, lasciatemi fare quello che voglio...” sfoggio un sorrisone pregando che il ragazzo cada nella trappola.
“Si, Signorina....come vuole. Ma la seguiro' con l'autista fino a casa... e' mio compito assicurarmi che lei arrivi da sua nonna.”
“Ohh e bastaaa!!! ' E' mio compito', ' E' mio dovere'...sentite fate quello che volete...io me ne vado eh!” cosi' dicendo prendo la valigia e salgo al volo sull'autobus.
“Salve, un biglietto per favore...” pago e timbro il ticket.
Si parte. Dal finestrino vedo Hiroya con una faccia da pesce lesso, mi fissa preoccupato dal fatto che il suo 'compito' non sia stato eseguito a dovere.
“ Sayounaraaaaa~” lo saluto con la mano.
Finalmente libera!


Ormai manca poco a Seul. Non vedo l'ora d'arrivare, il mio sedere e' piatto da quanto sono stata seduta.
Il paesaggio passa veloce al mio fianco, mi sento cosi' serena. Anche se ho ricordi un po' vaghi, l'aria della Corea e' stata subito famigliare.
Mi giro e volgo lo sguardo sulla signora che e' al mio fianco. Avra' 40 anni circa, l'eta' che dovrebbe avere la mamma ora. Sorride, stara' pensando a qualcosa di bello...magari sta andando a trovare il marito o il figlio o la figlia...o qualche neo nipotino. Una sensazione di famiglia m'invade, e' una sensazione strana...qualcosa che io non ho mai provato. O almeno, non in maniera calorosa e affettiva.
“Per dov'e' diretta, signorina? Fidanzato?”
Rispondo con un sorriso alla signora, “No, mi trasferisco...vado da mia nonna.”
“Oh, ma che brava ragazza..” il mio cuore fa un salto. E' la prima volta che qualcuno me lo dice.
“...ti auguro una buona permanenza a Seul.”
“Grazie, e' molto gentile.”
Mi fissa con quegli occhi piccoli, quasi come fessure...m'indaga, mi studia.
“Hai sofferto molto, vero?”
Rimango in silenzio, non so che dire. Il mio sguardo insicuro le risponde da se'.
“...hai bisogno di un po' fortuna!” infila la mano nella tasca della sua giacca “Tieni!”
Mi porge un bracciale, e' fatto di caucciù che tiene assieme tre pietre azzure, c'è anche un sole d'argento che pende e si muove seguendo il ritmo dell'andamento dell'autobus.
Vedendomi insicura, la signora ripete le sue parole.
“E' per te! Prendilo, cara.”
Un'atmosfera pesante si e' formata attorno a noi, quasi magica. Osservo quel bracciale, e' davvero bello.
Ma non riesco a capire perche' me lo doni....non ci conosciamo nemmeno.
Come se mi leggesse nella mente la signora mi prende la mano e mi lega il braccialetto al polso.
“Vedrai...ti portera' fortuna....”
“Ma Signora...non deve, davvero...” finalmente trovo le parole.
“...non preoccuparti! Prendilo come un regalo! “
Si sporge oltre il sedile e preme il pulsante della fermata.
“Devo scendere! Sono arrivata! Fai un buon viaggio, Jihye!”
“Jihye...???”
Non faccio in tempo a fermarla e a chiederle come fa a sapere il mio nome, che lei e' gia' scesa.
Rimango immobile e fisso il vuoto davanti a me. Ho la pelle d'oca, non e' possibile.
Guardo il mio polso ed il bracciale. E se veramente portasse fortuna?! Riusciro' ad essere felice?!
Bhe', e' molto bello...un gioiello in piu' non fa male, se poi e' anche 'magico' o qualcosa del genere...FIGO!


“Grazie mille, ajusshi!” m'inchino a 90 gradi davanti al taxista che mi ha portato a casa. Pago la corsa e prendo le valigie.
“Allora...allora... 201...201..” parlando tra me e me, cerco il numero civico della casa di nonna.
Tutte case uguali....la cosa non aiuta. Trascino la valigia e cammino lentamente osservando ogni numero.
Ma...non mi sento tranquilla. Qualcuno mi sta osservando.... Bah, magari sono ancora un po' scossa per la storia del braccialetto. Continuo a cercare.
Ancora quella sensazione...
Mi giro di scatto e becco subito Hiroya dietro ad un palo della luce.
“ahah Hiroya! Non sei neanche capace a fare il ninja! Daiiii, lasciami stare! SONO VIVA! SONO SALVA!”
Sventolo il foglietto che ho tra le mani con su scritto l'indirizzo di nonna.
“Vedi?! Sono arrivata! Stai tranq-”
“ATTENTAAA!”
“AHIAAA!” il mio urlo di dolore si mischia a quello di un ragazzo.
Mi massaggio la testa, abbiamo preso una bella capocciata.
Hiroya corre in mio aiuto.
“Sto bene, sto bene....”
“Tutto bene?!”
“HO DETTO CHE STO BENE!”
Il ragazzo ancora a terra mi guarda spaventato per la mia risposta. Forse ho esagerato.
Gli porgo la mano...la prende e si tira su.
“Scusami, non stavo guardando dove stavo andando....sono un po' di fretta.”
Mi sorride, i suoi occhi si fanno piccoli e ridono anche loro.
“N-n-niente...” che succede alla mia voce?
Certo che a vederlo da vicino e' proprio carino.
“SungGyu! Corri dai, siamo in ritardo!” un suo amico lo chiamo da lontano.
“Bhe'...scusa devo andare. Ci si vede!” corre via.
Rimango a guardarlo, con una faccia da pesce lesso. La stessa che ha Hiroya che mi sta fissando, controllando che non mi sia fatta niente.
“Jihye, Jihye!” ecco una voce famigliare!
“Nonnaaa!”
Esce dall'ingresso di qualche casa piu' in la' e mi viene incontro ancora in pantofole.
Le corro imbraccio...”Ciao nonniinnaaa!”
Lascio la valigia a Hiroya che finalmente riesce a compiere il suo dovere.
Ora sono a casa!
 
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16 replies since 10/4/2011, 20:52   154 views
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